Se continuerà a curare la sua rubrica sul Calcio Illustrato fino al 1960, lascerà ben presto l’allenamento dei professionisti per occuparsi della squadra dei ragazzi della Ruentes di Rapallo. Almanacchi illustrati del calcio. A sostituirlo viene chiamato Salvo Fulvio D’Adderio che porta la squadra al 2º posto finale in campionato grazie alle reti del bomber Nunzio Lazzaro e alla vittoria dei play-off, questa volta con il sigillo del giovane spezzino Alessandro Cesarini arrivato a gennaio dalla Sarzanese. Il campionato dei veronesi prosegue alternando periodi di difficoltà a periodi positivi, e la squadra chiude il primo campionato in serie D al decimo posto in classifica. In campionato i bianconeri mantennero il passo dell’Inter e del Vicenza, quest’ultima sorpresa del torneo, inizialmente in testa. All’inizio del 1997 la Juventus rallentò il passo in campionato, consentendo alla Sampdoria e soprattutto al Parma di recuperare terreno, shop maglie calcio ma mantenendo saldamente la vetta. La Juventus si presentò alla finale del 28 maggio 1997 a Monaco di Baviera col ruolo di favorita, ma venne sconfitta dal Borussia Dortmund, nelle cui file giocavano cinque ex bianconeri, con un secco 1-3; fu inutile per i campioni uscenti il pur apprezzabile gol di tacco di Del Piero.
Nel 1997 la Juventus festeggiò i cento anni della sua fondazione: allo scopo di celebrare questa ricorrenza la società e le autorità della città di Torino organizzarono una serie di manifestazioni denominate Juvecentus (1897-1997 – Cento anni di Juve). Nella fase a eliminazione diretta della Champions League la Juventus eliminò nei quarti di finale i norvegesi del Rosenborg (1-1 a Trondheim con gol di Vieri, e 2-0 a Torino con gol di Zidane e Amoruso su rigore), mentre in semifinale si sbarazzò facilmente dell’Ajax con un 2-1 nei Paesi Bassi (gol di Amoruso e Vieri, tre giorni dopo il 6-1 di Milano) e un 4-1 a Torino (con gol di Lombardo, Vieri, Amoruso e Zidane). La campagna acquisti, infatti, vide la partenza del centravanti e capitano Gianluca Vialli (al Chelsea), dell’attaccante e vicecapitano Fabrizio Ravanelli (al Middlesbrough), del centrocampista portoghese Paulo Sousa (al Borussia Dortmund) e dei difensori Massimo Carrera (all’Atalanta) e Pietro Vierchowod (al Perugia); arrivarono a Torino l’esperto attaccante croato Alen Bokšić (proveniente dalla Lazio) e i giovani Christian Vieri (dall’Atalanta), Nicola Amoruso (dal Padova) e Mark Iuliano (dalla Salernitana), oltre all’uruguaiano Paolo Montero (dall’Atalanta) e al centrocampista francese Zinédine Zidane (dal Bordeaux), schierato inizialmente come regista. Nei mesi successivi la Juventus mantenne la testa della classifica del campionato, e accelerò verso lo scudetto grazie anche alla storica vittoria in goleada a San Siro nella classica contro il Milan campione d’Italia in carica: un 6-1 con doppiette di Jugović e Vieri, gol di Zidane su rigore, e Amoruso.
Le società hanno il coltello dalla parte del manico: come segno di disaccordo nei confronti della critica, possono anche attuare il silenzio stampa. Il 4 agosto, in uno stadio di Wembley senza pubblico, va in scena come finale un nuovo West London Derby contro il Brentford: i tempi regolamentari scorrono senza grandi emozioni con uno sterile dominio dei Whites ma nei supplementari si scatena il capitano Joe Bryan, a segno con una beffarda punizione dalla trequarti (complice il cattivo piazzamento del portiere avversario) e poi in contropiede. Da segnalare il successo del 20 ottobre al Delle Alpi proprio nel derby d’Italia, un 2-0 firmato da Jugović e Zidane, questo ultimo al primo gol con la sua nuova squadra e, da qui in avanti, stabilmente spostato sulla trequarti. Nel corso degli anni sono maturate accese rivalità tra i tifosi della Sampdoria e quelli di altre squadre: la più vecchia e sentita è quella coi concittadini del Genoa, che impegna le due compagini genovesi nel derby della Lanterna, considerato la trentesima stracittadina più sentita al mondo oltreché la terza in Italia, dopo quelle di Roma e di Milano. Per completezza d’analisi, infine, non va dimenticata Napule è, successo del 1977 di Pino Daniele, intonata spesso nel corso degli anni dai tifosi allo stadio e che, dopo la scomparsa del cantautore napoletano, ha assunto la molteplice valenza simbolica di inno alla città, alla squadra e all’artista.
La società, presieduta da Peppe Nuvolari, provvede all’ingaggio degli stranieri. A partire da quel decennio, in coincidenza con l’esplosione delle sperimentazioni stilistiche nel mondo del calcio, le divise dei numeri uno sampdoriani iniziarono a mostrare le fantasie più disparate: una consuetudine che proseguì anche per gran parte degli anni 1990, così come il perdurare dell’assenza di una striscia colorata sopra al busto; il blucerchiato fece sì la sua comparsa, ma in tono minore, limitato a fregi o altri dettagli secondari. Paolo Tomaselli, Rigori, riparte la sfida degli infallibili, in Corriere della Sera, 25 ottobre 2008, p. Giancarlo Padovan, Sacchi riapre la porta a Pagliuca, in Corriere della Sera, 28 settembre 1996, p. Enrico Currò, Zenga e Vierchowod, si ricomincia, in la Repubblica, 27 giugno 1996, p. Vialli, in la Repubblica, 18 giugno 1996, p. Diretta tv a partire dalle ore 21 di oggi domenica 19 giugno 2016 con Sky Sport 1 HD e Sky Sport Mix HD.